Scendere dal treno è possibile - InEsergo

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20 Gennaio 2025 - Attualità

Il grande teatro del potere: illusioni, regime e resistenza interiore
 
Scendere dal treno è possibile
 
Nel gioco delle illusioni della politica mi fa piacere abbia vinto Trump, fosse solo per il rosicamento generale di tutta la paccottiglia liberal e per aver messo scompiglio nei salotti buoni. Sia chiaro, sono lontano anni luce dalla destra americana e dal cesarismo di certi personaggi, come lo sono dal modello statunitense, imperialista e classista. Esaurito questo facile entusiasmo, rimane solo il freddo risveglio e la comprensione che ci troviamo sempre nello stesso Truman Show, magari in un'altra stagione, rinnovata, e con nuovi personaggi in cui identificarci. Abbiamo cambiato il secondino, l'ambiguo e compromesso Biden con uno apparentemente più pazzerello, ma i ruoli sociali sono rimasti identici. Poi, al netto di Kennedy e pochissime altre new entry, vedremo cosa realizzerà di buono questa nuova governance, senza troppe aspettative, perché sarebbe stupido e ingenuo averne.

La cosa più interessante può essere rappresentata dall'apparente conflitto con Big Pharma. Peccato che questa super agglomerata di Corporation faccia parte di una sovragestione ben superiore ai livelli della politica e, ovviamente, agli eventuali Don Chisciotte del momento. Non credo cambierà di molto la direzione generale, magari sarà leggermente sopita per qualche annetto l'agenda sanitaria degli ultimi anni, ma al giro successivo ripartiranno con nuove pandemie e annessi. Spero ovviamente di sbagliarmi, prego di sbagliarmi, ma gli interessi della classe dominante sono chiari.

La lotta contro i moloch della scienza speculativa rimarrà come testimonianza ai posteri, ed è già tanto, visti i tempi. Rimaniamo, però, sempre nel loro cerchio magico a discutere tra il peggio e meno peggio. Questa è la considerazione finale da fare. Si, non esiste nessun grande vecchio, ma i tanti grandi vecchi in circolazione si comportano più o meno nello stesso modo. Un'altra speranza riguarda i conflitti in corso. Oggi sembra che l'arrivo di Trump abbia sortito risultati sul conflitto israelo-palestinese. Pare sia andato a buon fine l'accordo sullo scambio di prigionieri, con la sospensione dei bombardamenti.

Però è ancora presto per cantare vittoria, sicuramente c'è un cambiamento di rotta rispetto al passato, quindi, godiamoci almeno questa “pausa di riflessione” e che sia di buon auspicio per il futuro. Ci sono ancora tanti falchi nell'estrema destra israeliana che minacciano di uscire dal governo, ricattando lo stesso premier.

Sulla guerra russo-ucraina vale lo stesso discorso, stiamo alla finestra in attesa di novità positive.
Per quanto le premesse possano essere buone, fatico a entusiasmarmi oltre il post-elezioni, in attesa del 20 gennaio, data che rischia di essere l'ennesima mistificazione stile calendario Maya. Quello che penso, cercando di astrarmi dal contesto politico, verte sul fatto che, se fossi ai piani alti, farei in modo di plasmare due fazioni fintamente/realmente opposte, con differenze gestionali, ma sempre di cortile, finanziando l'una e l'altra parte. In questo modo raccoglierei sempre i frutti. Prima con le lobby dei Dem, poi con l'altra fazione: in questo modo porterei avanti entrambe le agende di trasformazione della società e dell'umanità, in una staffetta dell'orrore.

Più che il cattivissimo Trump, temo il transumanista Musk, scelto perché più visionario, modernista e apparentemente alternativo come miliardario e uomo di successo, ma l'agenda che porta avanti rappresenta solo la seconda stagione della stessa serie di prima, magari un succulento spin-off. Bisogna riuscire a vedere il teatrino dall'alto e non ideologicamente. Forse è un modo per esorcizzare una delusione accumulata nel tempo, non lo so, ma consiglio sempre una disinteressata osservazione, come fossimo al cinema, avendo coscienza di essere dentro una fiction.

Musk funziona come quando in una soap opera arriva un nuovo personaggio per ravvivare la storia, per riattivare l'attenzione del plagio emozionale sul pubblico. Allora salirà l'audience, se ne parlerà nei bar, nei social, nei media. Con l'avvento della rete e la possibilità di informarsi, non solo attraverso i canali ufficiali, era cresciuta negli ultimi anni una buona alfabetizzazione globale, soprattutto riguardo al fatto di non percepirsi sudditi. Con tutti i limiti e i tranelli del sistema e del mezzo, molte persone hanno iniziato a porsi domande, sono diventate più critiche, dubbiose verso l'autorità costituita. Quindi, il sistema dei sistemi ha introdotto degli antivirus per disinnescare un potenziale risveglio, per quanto lento e poco visibile tra le persone, ma reale. Dato che il Re era oramai spoglio delle sue vesti e i meccanismi dei padroni del vapore svelati alla massa più reattiva, il vero potere ha deciso di schierare i cosiddetti innovatori di regime, adibiti a ravvivare la serie TV, ad acchiappare nuovi proseliti, ingenui e nuovi telespettatori.

In questo senso i cosiddetti Re Mida sono tutti prestanomi di lusso all'interno di uno schema, perché chiunque, a certi livelli di ricchezza e superata una certa soglia, inizia a dipendere da determinate entità sovragestionali e non può mai essere indipendente nelle scelte. A certi livelli cambiano le regole, non sono le nostre regole, non agiscono con la stessa logica.

L'Italia è sempre stata, per sua natura e per storia, un laboratorio di entità esterne, infatti ha partorito Berlusconi, il cosiddetto innovatore di regime, che ci ha traghettato nell'attuale mondo. Un ricco creato dal nulla o, meglio, creato da poteri atlantisti, utile in un secondo momento a condizionare la storia repubblicana, favorendo determinati rapporti di forza geopolitici. C'è stata la stagione dei 5Stelle, che dovevano sopperire a una sinistra oramai disintegrata e far tornare la gente a votare, ma gli esempi sono innumerevoli e in ogni campo.

Lo stesso è capitato a Trump, che è strumento prima che soggetto politico, e pure a Musk, che invece si trova nella curiosa posizione di essere sia soggetto che oggetto della sovrastruttura dominante. Sia chiaro, non sono tra quelli che indica qualsiasi cambiamento o rivoluzione nella storia come falsa, inutile o eterodiretta. Ogni mattoncino eretto nei millenni serve ed è servito a far evolvere la società, l'uomo, la sua coscienza. Però ho come la sensazione che siamo arrivati alla fine dei tempi, in un punto di non ritorno. Quello che mi preoccupa rispetto al passato è il potenziale tecnologico che un tempo non esisteva, ovvero, l'incantesimo para-religioso dei feticci modernisti, l'illusione del nuovo, il fascino indiscreto della tecnologia dal quale tutti dipendiamo.

Come salvarsi da questo cerchio magico infernale? L'unica salvezza è crearsi bolle esistenziali, per quanto possibile, e cercare quel minimo di felicità per sé e per chi amiamo. Basterebbe un po' di serenità, invece siamo continuamente bombardati a livello sottile. Come fare a vivere sotto questo assedio? Tutto ciò che è esterno al mio personale cerchio magico di affetti e passioni tendo a rimuoverlo.

La scrittura mi è utile per ordinare le idee e farmi gli anticorpi, per elaborare i lutti e metabolizzare, neutralizzandolo, il dolore. La musica e l'Arte in generale mi salvano, inseguendo il "bello" della vita, evitando ulteriori perdite di tempo. La sovragestione è ovviamente composita e, come dicevo, non c'è nessun grande vecchio al vertice: morto un Papa se ne fa un altro, lo scontro tra bande verte sempre sulla gestione del malloppo. La forma pensiero del potere è quel fattore di natura sottile che continua a sopravvivere, è la famosa piramide tronca separata dal resto della piramide, come rappresentato simbolicamente sul dollaro. Quella è l'idea del potere, l'eggregora sopra l'umana coscienza, che si nutre della nostra paura, che stabilisce i ruoli sociali in campo, le gerarchie che comunemente accettiamo nella vita.

Quindi, l'unica via coscienziale, spirituale, di amore, è quella, a mio avviso, di cercare di crearsi un mondo parallelo che esuli, per quanto umanamente possibile, da quello rappresentato dalla società. Tipo, decidere di scendere dal treno o smettere di aspettarlo, magari creandosi un "piccolo carretto", o meglio, andare a piedi, anche perché i treni arrivano sempre in ritardo, soprattutto in questo periodo storico.


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