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01 Febbraio 2023 - Cinema

Un documentario, un memoriale, un monito

Invisibili
  
"Sia gloria alla Bomba e alla Sua Divina Nube Distruttiva come era in principio e come è ora. Onnipotente ed Eterna Bomba che sei scesa fra noi per portare il cielo sopra la Terra illumina le nostre tenebre".
 
Così, in un’atmosfera di religiosità folle e pagana, recita la preghiera dei sopravvissuti nel mondo sotterraneo, guidati dal Gran Sacerdote nel film L'altra faccia del pianeta delle Scimmie, dove gli uomini mutanti adorano un potentissimo ordigno nucleare come fosse una divinità.
 
La distopia nella religiosa divinizzazione di un’arma atomica, con le dovute proporzioni, mi ha rievocato gli eventi di queste settimane, che stanno capovolgendo quella che è stata la divinizzazione di un farmaco eretto a provvidenza divina, supportata dal dogma che fosse l’unico rimedio possibile per sconfiggere una pandemia.
 
Invisibili del regista Paolo Cassina è un documentario che aiuta a comprendere le posizioni e il dramma umano di coloro che hanno creduto nello Stato e sono stati abbandonati, oscurati e censurati: una raccolta di testimonianze di chi sta pagando sulla propria pelle le conseguenze di un’imponente campagna mediatica persuasiva, nel contesto del più colossale esperimento di imposizione della “scienza” nella storia di questo pianeta.
 
Una serie di testimonianze difficili da digerire per chi non è preparato a osservare la realtà con occhi diversi, parole scomode che è meglio non divulgare visto che YouTube ha censurato ripetutamente ogni tentativo di pubblicazione del video.
 
Si parla di esseri umani abbandonati dalle istituzioni che li hanno sollecitati a ricevere un’iniezione, istituzioni che ora danno quasi l’impressione di volerli fare sparire. Persone che non solo faticano a ottenere una diagnosi, ma addirittura non vengono prese in carico dagli stessi medici che li hanno consigliati nella scelta. Persone rese, appunto, invisibili.
 
Ora il film è visibile nelle varie regioni italiane dove si organizzano continue proiezioni per promuoverne la diffusione, ma possiamo anche vederlo comodamente in streaming grazie al link in calce all’articolo.
 
Molte persone si sono fidate dello Stato, moltissime sono state indotte alla fiducia da una propaganda che ha sfruttato tutta l’imponente potenza mediatica oggi disponibile, creando una profonda divisione del popolo, separando i buoni Pro-Vax, altruisti, rispettosi delle regole, fedeli alla “scienza”, dai cattivi No-Vax, la cui definizione sempre associata a una semantica negativa si è continuamente plasmata abbracciando diverse categorie a seconda del momento e della convenienza politica.
 
“Metterci in una posizione pro-vax o no-vax è come dire essere pro-antibiotico o contro-antibiotico. È una follia... quando serve l’antibiotico si prende, quando non serve no”. Queste le parole del dott. Antonio De Palma, medico e psicoterapeuta, che sintetizza egregiamente questa divisione tutta italiana.
 
La separazione tra gli attuali guelfi e ghibellini è stata impiantata creando delle convinzioni, delle presunte verità, in nome di un’idea di scienza di stampo religioso che non ammette nessun contraddittorio. Lo strumento tecnico che ha formalizzato la divisione è stato il tristemente famoso Green Pass.
 
In Italia dal 6 agosto 2021 venne scelta la strada degli incentivi “negativi”: rendere impossibile la vita agli over 12 che non si fossero adeguati al programma di vaccinazione, impedendo loro di partecipare a tutta una serie di attività, dal prendere i mezzi pubblici ad assistere a uno spettacolo, al praticare sport; si giunse infine al 15 ottobre 2021 con gli obblighi pena la sospensione dal lavoro. Dal 15 febbraio 2022 il Super Green Pass venne reso cogente in ambito lavorativo per tutti gli over 50, imponendo un diktat giuridico al quale l’obbligato doveva comunque prestare consenso.
 
Negli Stati Uniti, la Florida non ha mai praticato restrizioni severe (nessun obbligo e multa di 5000$ a chi richiedeva il Covid Pass), altri stati scelsero la strada degli incentivi positivi: chi si sottoponeva alla vaccinazione avrebbe ricevuto una somma in denaro o qualche altro genere di “premio”. In altri casi si è optato per capillari campagne di informazione, come in Portogallo e in Spagna, mentre la Svezia non ha mai imposto lockdown e misure restrittive.
 
La politica delle restrizioni italiane è stata la più rigida dell’intero occidente: emblematica l’immagine rimbalzata sulle agenzie di stampa di tutti i continenti nell’aprile 2020 quando a Rimini, nella spiaggia deserta monitorata da droni, un uomo sdraiato su un lettino a prendere il sole venne accerchiato dalla polizia locale. La pressione mediatica ha creato una vera psicosi nei confronti delle persone dubbiose sulla politica sanitaria, costringendole a cedere a un vero e proprio ricatto, creando quel senso di vergogna esplicato dalle parole del filosofo Giorgio Agamben nell’articolo La verità e la vergogna del 24 gennaio 2023:
 
“È una vergogna di questa specie – è stato detto a ragione – che, fatte le debite distanze, proviamo davanti a una volgarità troppo grande, davanti a certe trasmissioni televisive, ai volti dei loro conduttori e al sorriso sicuro degli esperti, dei giornalisti e degli uomini politici che hanno consapevolmente sanzionato e diffuso la menzogna, la falsità e il sopruso – e continuano impunemente a farlo. Chiunque ha provato questa vergogna sa di non essere diventato migliore. Sa, piuttosto, come usava ripetere Saba, di «essere molto meno di quanto era prima» – più solo, anche se ha cercato amici e sodali, più muto, anche se ha provato a testimoniare, più impotente, anche se qualcuno ha ascoltato la sua parola. Una cosa, tuttavia, non ha perduto, anzi ha in qualche modo inaspettatamente guadagnato: una certa vicinanza a qualcosa per cui non sa trovare altro nome che «verità», la capacità di distinguere il suono di quella parola, che, se l’ascolti, non puoi non credere vera. Per questo e di questo egli può testimoniare. È possibile – ma non è sicuro – che il tempo, come vuole l’adagio, finisca con lo svelare la verità e dargli – chissà quando – ragione. Ma non è questo che la sua testimonianza ha messo in conto. A obbligarlo a non smettere di testimoniare è, piuttosto, proprio quella speciale vergogna di essere, malgrado tutto, un uomo – come, malgrado tutto, uomini sono anche coloro che, con le loro parole e le loro azioni, lo hanno costretto a provare vergogna”.
 
Sarà stata forse imbrigliata da grandi interessi, ma dopo questi anni di buio è evidente che la “scienza” non dovrà più essere identificata in una Chiesa che imponga l’ostia consacrata ai fedeli ubbidienti con i suoi Sacerdoti scelti. Spero in un approccio verso le sfide del futuro dell’umanità che abbia il dubbio come architrave della conoscenza, per un accrescimento dell’essere umano, per una sua evoluzione nella luce, quella luce che è indispensabile per fare in modo che non ci siano più persone Invisibili come in questo film.
 
Buona visione.


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