Ho'oponopono - InEsergo

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12 Giugno 2024 - InterEssere

La chiave della pace interiore e della guarigione spirituale

Ho'oponopono

“Noi siamo qui per portare pace nella nostra vita e, se portiamo pace, tutto intorno a noi trova il suo posto adeguato, il suo ritmo e la sua pace”
Morrnah Nalamacu Simeona

Pulisci davanti alla tua casa e la città sarà pulita”
proverbio cinese
 

L’Ho’Oponopono è un'antica pratica di guarigione, proveniente dalla cultura degli sciamani hawaiiani, che si chiama Huna (Segreto). Con il termine “segreto” non si intende qualcosa di nascosto ma piuttosto si fa riferimento alla conoscenza arcaica che rende manifesto il significato invisibile e misterioso dell'essenza della vita. L’Ho'Oponopono, che letteralmente significarimettere le cose a posto”, ha il fine di ritornare alla pace interiore ripulendo se stessi dalle proprie memorie per favorire l'attivazione di sentimenti di riconciliazione e di perdono nella gestione dei conflitti.  

Nata nel 1976, questa tecnica spirituale si è evoluta nel tempo trasformandosi da pratica di gruppo, mediata dagli sciamani Kahunas, a strumento individuale, grazie al determinante contributo della guaritrice hawaiiana Morrnah Nalamacu Simeona (1913-1992) e del suo discepolo Ihaleakala Hew Len, prendendo il nome di Ho’oponopono dell'identità di sé. Con Morrnah, quindi, non è più lo sciamano che fa da mediatore nella risoluzione dei problemi, ma è la singola persona che si collega direttamente al divino, grazie al suo sé superiore.

Quindi, l’Ho’oponopono dell'identità di sé è un metodo di guarigione individuale grazie al quale ognuno, attraverso una profonda pulizia interiore, sviluppa una maggiore consapevolezza personale e relazionale. Infatti, secondo questa filosofia, ogni essere vivente, in quanto essere divino e interconnesso agli altri, attraverso la purificazione del proprio sé sostiene anche il cambiamento dell’energia o del ricordo negativo di tutto ciò che ne è collegato. Ciò permette il rilascio delle proprie memorie antiche e dolorose che bloccano e che influenzano le nostre emozioni, i nostri comportamenti e che ci allontanano dalla nostra essenza ed energia creativa e divina.

Se desideriamo prenderci cura degli altri è fondamentale partire da noi stessi perché, essendo i creatori di ciò che ci accade, il mondo rappresenta inevitabilmente il riflesso dei nostri pensieri e delle nostre azioni. Questo significa che la fonte di ogni squilibrio, disconnessione e conflitto, non è da ricercarsi fuori di noi ma nella nostra interiorità, così da permettere al sé superiore di riallinearsi alla visione del divino. Dunque, ripulendo le credenze del subconscio e lasciando andare la manifestazione di esse attraverso la proiezione nella realtà, è possibile rilasciare i dati negativi e disfunzionali e al contempo fare esperienza di quello spazio vuoto dove connettersi con la mente superconscia, cogliendone l'ispirazione e ricevendone i suoi doni.

Il mantra

L’Ho’Oponopono ci invita alla ripetizione di un mantra costituito da 4 parole:

Mi dispiace
Perdonami
Grazie
Ti amo

Non è indispensabile recitare le parole in un ordine preciso né pronunciarle tutte e quattro. Ciò che risulta invece fondamentale è ripetere il mantra incessantemente affinché il divino cancelli l'archivio dei ricordi negativi e favorisca l'unione e l’armonia delle tre menti. Quando si pronuncia “Perdonami” è la mente conscia ad attivare il processo di pulizia. Quindi ripetendo “mi dispiaceci rivolgiamo al subconscio che lo riceve: possiamo sentirci dispiaciuti per aver dato origine, a causa di pensieri dolorosi, a uno stato di squilibrio e disconnessione fino al manifestarsi della malattia. E al contempo possiamo provare compassione e perdono perché ce ne stiamo assumendo la piena responsabilità anche se non la colpa. Quindi anche “grazie” del problema che ci offre la possibilità di cancellare i ricordi che lo hanno generato. Qui ci si collega alla mente superconscia che presiede al processo: grazie di amarmi, grazie del perdono, grazie di essere me. Grazie perché favorisci la mia unione con il divino. Ed infine si chiude il cerchio con le parole Ti amo” che permettono di connettersi direttamente alla mente superiore.

L’amore è il cuore della pratica: attraverso la connessione con la parte più profonda e spirituale è possibile fare esperienza dell'amore che è la forza creatrice e promotrice del cambiamento. Quando le tre parti della mente sono allineate ed armoniche la vita inizia a fluire e a manifestarsi e ogni persona può sperimentare, pienamente e stabilmente, pace, gratitudine, presenza e felicità.

La leggenda dell’Ho’Oponopono

Secondo la leggenda, l'antico popolo hawaiano discenderebbe dai figli degli abitanti delle Pleiadi che sono scesi sulla Terra in un continente del pacifico chiamato Mu per cercare la pace. Questo popolo evoluto, chiamato Huna e che comunicava telepaticamente, inventò una lingua semplice, quella polinesiana, per trasmettere il sapere dei kahuna, gli antichi sciamani, alla popolazione autoctona. La visione sciamanica Huna comprende sette principi fondamentali: in hawaiano il numero 7 è detto Hiku e rappresenta sia il principio femminile, Hi, che indica lo scorrere della vita, sia quello maschile Ku, che significa stasi e immobilità.

I sette principi fondamentali sono:

1. Ike - il mondo è ciò che tu pensi che sia.
Secondo questo criterio ogni uomo crea la propria esperienza della realtà a partire dalle sue credenze, dai suoi pensieri e comportamenti. Di conseguenza, più sviluppiamo consapevolezza e responsabilità, maggiore sarà la connessione tra il Sé e il mondo.

2. Kala - non esistono limiti. Tutto è possibile e tutto è collegato.
Secondo la visione dei Kauna tutti gli esseri, animati o inanimati, sono parte dell’Uno, sono collegati all'universo, al tutto o al divino. È il nostro giudizio e i nostri condizionamenti a creare separazione e disconnessione tra noi e gli altri.

3. Makia - l'energia va dove si dirige l'attenzione e quest'ultima va dove fluisce l'energia.
La consapevolezza del nostro flusso di energia (Mana), che è determinato dalle nostre emozioni, accresce il nostro potere creativo: attraverso la pratica dell'accoglienza, della presenza e della sospensione del giudizio portiamo la nostra attenzione su ciò che desideriamo, in modo da fare fluire lì, nella nostra intenzione, tutta la nostra energia.

4. Manawa - il momento del potere è adesso.
In quanto co-creatori del mondo siamo responsabili di ciò che accade e, se focalizziamo l'attenzione nel qui e ora, sarà più semplice ripulire i ricordi del passato e i condizionamenti del futuro, aumentando il nostro potere di scelta e la nostra libertà.

5. Aloha - lascia che l'energia d'amore ci unisca e scorra tra di noi.
Il termine aloha letteralmente significa stare alla presenza (alo) del respiro divino (ha). Quando incontriamo una persona e gli diciamo “Aloha” non lo stiamo semplicemente salutando ma stiamo riconoscendo la divinità che è in lui e la nostra compresenza nell'universo con il divino. Possiamo perciò dire che quando utilizziamo la parola aloha stiamo condividendo gioiosamente l'energia che c'è nel presente. Se siamo in armonia con noi stessi e con gli altri anche l'universo lo sarà con noi, allineandosi, e sosterrà ciò che desideriamo.

6. Mana - tutto il potere viene da dentro. E com'è dentro così sarà anche fuori.
Se gli esseri viventi, in quanto parte del tutto, sono i canali attraverso cui agisce l'universo e se la nostra energia vitale, Mana, ha sede nell'uomo, il nostro potere non può che essere dentro di noi e potenzialmente infinito.

7. Pono - l'efficacia è la misura della verità.
Siccome la verità non è assoluta, ma dipende sempre dalla percezione soggettiva, di fronte a un problema o un’esperienza possiamo beneficiare di molteplici strategie e opportunità che ci aprono a infinite scelte più consapevoli ed efficaci. È il nostro modo di pensare, dualistico e giudicante, che ci allontana da uno sguardo più ampio e quindi dalle infinite soluzioni creative.

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