Il Fascismo del nuovo millennio - InEsergo

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14 Febbraio 2024 - Attualità

Quando il dissenso diventa crimine
 
Il Fascismo del nuovo millennio
 
I catastrofici eventi storici di inizio secolo, le feroci guerre causate da dittature che imponevano alle masse le loro idee con forme di indottrinamento che sfociavano nella violenza e nella repressione verso chi cercava di opporsi ed esprimere idee diverse, da bambino mi hanno sempre dato l’idea di eventi legati a un passato ormai cristallizzato, fermo dentro i libri di storia, qualcosa da impacchettare ed etichettare come il lato più barbaro dell’uomo per riflettere sulle atrocità di cui è stato capace.

Eventi con nessuna possibilità di essere ripresentati e vissuti di nuovo, visto che, almeno in Europa, sono stati allontanati dalla nostra idea di governo. Certo è che oggi nessuno accetterebbe la riproposizione di un oscuro e tenebroso passato, di un’oppressione nei confronti di un pensiero politico differente che imponesse l’abolizione dei diritti fondamentali. Oggi è ripudiato qualsiasi atteggiamento che possa affibbiare l’etichetta di fascista, ma cosa accadrebbe se questa etichetta divenisse un’arma utilizzata al contrario verso chiunque esprima un dissenso al potere?  

Attualmente imporre un pensiero con la violenza diretta sarebbe anacronistico e non bene accetto: la storia recente ci ha insegnato che invece è molto meglio creare fazioni contrapposte, facendo in modo che la massa di individui si divida e la maggioranza accolga plaudente le idee del nuovo pensiero, schierandosi a suo favore, demolendo chiunque sia armato del dubbio. È questo il grande paradosso in una società che vuole essere sempre più inclusiva nei confronti delle minoranze, sia che riguardino l’identità di genere LGBTQ, sia le minoranze religiose (al punto da mettere in discussione l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche); e sempre più attenta all'accoglienza, come nella formazione scolastica degli studenti con BES (Bisogni Educativi Speciali).

Oggi si può prendere la patente di fascista con estrema facilità se ci si azzarda ad alzare un semplice dito: basta avere idee contrapposte al pensiero dominante e ti arriva subito l’epiteto pubblico. Tutto ciò che non è ossequio e sottomissione diviene fascismo, e qualcuno si arrogherà il diritto di isolare i non allineati.

Ma si potrebbe privare della libertà con la paura, trasformandoci nei primi difensori della nostra schiavitù?

Forse un primo grande esperimento di massa è stato già avviato. Ricordiamo il passato recente con una premessa: nell'ottobre 2022, in un’audizione al Parlamento Europeo, Janine Small (addetta Pfizer allo sviluppo dei mercati internazionali) venne chiamata in causa per rispondere sui contratti della casa farmaceutica e le fu chiesto se il vaccino fosse mai stato testato per fermare la trasmissione del virus SARS-CoV-2 prima di essere immesso sul mercato. La risposta è stata duplice: la prima fu «non c’era tempo» e la seconda che «nessuno ce lo aveva chiesto». Nessun test quindi è stato mai fatto.

Sulla base di questa dichiarazione, oltre le evidenze medico scientifiche di oggi, appare ovvio che tutti i decreti-legge che riguardavano i vari obblighi di comportamento avessero il valore di carta straccia, essendo fondati su una semplice credenza che era stata inculcata nella popolazione; a partire dal famoso green pass che era la garanzia di trovarsi tra persone non contagiose. Ma serviva una narrazione assestata sulla verità certificata dalla scienza per convincere che l’efficacia del siero doveva essere quasi totale nel bloccare la trasmissione, per imporre obblighi che sarebbero stati vacillanti se non si fosse preparata la popolazione ad accoglierli.

Il primo passo, fondamentale, per creare uno schieramento ideologico contrapposto fu quello di criminalizzare chiunque si esprimesse con un pensiero diverso o ponesse dubbi sulla narrazione. Fa specie come tanti giornalisti, persone appartenenti al mondo della cultura, filosofi (dimentichi del so di non sapere di Socrate), showman e medici televisivi si siano accaniti nel creare fazioni tra gli esseri umani: i buoni, obbedienti, razionali contro i pericolosi sovversivi etichettati come no vax, equiparati spesso a terrapiattisti, reietti da escludere dalla vita sociale per il fatto di porsi delle domande su come veniva decisa la loro vita dal potere politico.

Ricordiamo alcune dichiarazioni pubbliche:

Giuliano Cazzola, deputato, rivolgendosi nel luglio 2021 al ministro Luciana Lamorgese:
Uno che ha paura di farsi un vaccino, perché deve bloccare le stazioni? Se lo faccia e stia buono. Richiami in servizio Bava Beccaris che sa come trattare questa gente, questi terroristi. Richiamiamo il feroce monarchico Bava che con il piombo sfamò gli affamati.
 
Roberto Burioni, medico, su X:
Propongo una colletta per pagare ai no vax gli abbonamenti Netflix per quando dal 5 agosto saranno agli arresti domiciliari chiusi in casa come dei sorci

Gianni Sbrescia, assessore di Gorgonzola (MI):
Un appello ai no vax che leggo commentare le immagini dei primi vaccinati. L'importante è che, quando vi ammalerete, ve ne stiate a casina vostra a morire soffocati (perché così si muore di Covid, eh!) e restiate coerenti con il vostro credo, senza intasare le corsie degli ospedali. Fate questo atto di bontà verso tutto il genere umano. Ci conto.

Fausto Di Marco, dirigente medico degli Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello sulla piattaforma social Linkedin:
Se ne avessi la possibilità e l’autorità mi prodigherei per creare per i no vax campi di concentramento

Il giornalista Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera:
A Firenze mi sono trovato dentro una manifestazione no vax. Circa duecento persone accalcate e accaldate, una sopra l’altra, ovviamente non vaccinate, che urlavano slogan rabbiosi senza mascherina. Un conto è manifestare il proprio pensiero; un altro conto è mettere a repentaglio la salute propria e altrui... Per la prima e spero ultima volta, ho sperato — invano — nell’arrivo della polizia a cavallo

Ricordiamo che, a dicembre 2023:
sono circa 46,7 milioni le fiale lasciate scadere nei magazzini italiani e, se si considera che nel nostro Paese sono arrivate 241,5 milioni di dosi, circa una su cinque è già da buttare. Si tratta principalmente di vaccini Pfizer/Biotech e Moderna che, mediamente, corrispondono a una perdita di oltre 700 milioni di euro, che vanno poi sommati ai circa 3 milioni spesi in ghiaccio secco per la conservazione. Attualmente sono più di 40 milioni i vaccini stoccati nei magazzini delle Regioni e dello Stato italiano, ma tra questi alcuni non si possono più utilizzare perché non aggiornati all’ultima variante. In ogni caso, tutte le fiale scadranno entro luglio 2024 e comunque sono in arrivo altre 9 milioni di dosi entro fine anno e altrettante nel 2024, 2025 e 2026, per un totale di 39,6 milioni al costo di circa 850 milioni di euro nei prossimi 3 anni (fonte: L’indipendente dell’11 dicembre 2023).

Non dimentichiamo il passato, per capire meglio il presente...


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