Pastore di stelle - InEsergo

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27 Febbraio 2022 - Storie

Una serie di accorate lettere dal territorio del Ruar Astèr
 
Pastore di stelle
 
Eccellenza,
con il seguente comunicato mi pregio di annunziare che stamane, al mezzogiorno, abbiamo preso stabilmente possesso del territorio del Ruar Astèr. L'occupazione si è svolta pacificamente e con grande gloria nostra. Già durante la marcia di avvicinamento alla capitale nemica, non appena le vedette sulle montagne scorsero il nostro spiegamento di forze, giudicando improbo il confronto armato - e per il numero delle truppe e per lo scarsissimo avanzamento della civiltà in questi paraggi, tanto che non potrebbero difendersi che con pietre e bastoni - si disposero prontamente ad indicarci la strada; indi, gli abitanti spontaneamente apersero le porte ai nostri, che da parte loro li hanno risparmiati e anzi hanno stretto sin da principio rapporti amichevoli all'insegna del commercio – e, ahimè, anche del mercimonio dei corpi, ma sua Eccellenza, che si intende di conquiste e di eserciti ben più di me, potrà comprendere la mia difficoltà a frenare le esigenze di un'armata stanca e lontana dalla propria patria, su suolo straniero -. Non avendo trovato un edificio pubblico degno di diventare il nuovo comando, esso fu impiantato su tende, come uso locale, occupando il cuore della piazza pubblica, ove ora fieramente si dispiega al vento la nostra bandiera.
La conquista può dirsi dunque completata a titolo definitivo e duraturo.
Viva l'impero!

Eccellenza,
mi scuso per il tempo intercorso dall'ultima missiva, ma come immaginerà i momenti subito seguenti alla presa di possesso di una nuova terra sono gravidi di impegni. Si è esplorata la regione e la si è trovata montagnosa e arida; si sono scavati dunque pozzi per sostentare il nostro esercito ed esplorate le potenzialità minerarie, con esiti deludenti finora, ma con ragionevole speranza che abbiano presto a rivelare ricche opportunità di sfruttamento. Ben poco di rilevante è accaduto in queste prime settimane. I rapporti con la popolazione sono frequenti e cordiali, anzi troppo, tanto che ho sentito il dovere di redarguire la truppa a non eccedere in familiarità con i locali, dei quali ancor poco conosciamo usi e costumi. Le conquiste della nostra civiltà moderna hanno conquistato altresì le giovani generazioni, che curiose stanno ad ammirare persino gli oggetti più comuni, quali le penne e i taccuini, gli specchi, il sapone da barba, mentre assai meno interessanti sono i nostri formidabili strumenti e apparecchi bellici, che giacciono quasi dimentichi al riparo dal sole cocente. Gli anziani del luogo rimangono ancora diffidenti nei nostri confronti e hanno spesso rifiutato i colloqui con me, anche alla presenza di interpreti. Ma ciò non deve preoccuparla, Eccellenza: ci basta aver catturato l'interesse dei più giovani. Appena conquistato il territorio, abbiamo già conquistato gli animi che faranno il futuro di questa terra.
Viva l'impero!

Eccellenza,
un fatto grave è accaduto, che mi ha ancor più convinto della necessità di mantenere un atteggiamento cauto e guardingo nei confronti dei locali. Come ben sa, ho fatto di tutto per richiamare le truppe all'ordine, eppure mi spiace annunciare che contiamo il primo caduto di questa guerra. Si tratta di un giovane caporale, che per la sua indole vivace e ardente avrebbe reclamato come sua una donna promessa a un abitante del luogo. Ne è nata una zuffa in cui il milite si è difeso eroicamente contro numerosi parenti della ragazza, dai quali infine è stato purtroppo sopraffatto. Io credo piuttosto che sia stata la ragazza ad adescare il nostro bravo giovane con chissà quali lusinghe, al solo fine di trarlo lontano dall'aiuto dei suoi commilitoni e dunque, con il dolore nel cuore, lo giudico senza dubbio un vigliacco atto di tradimento nei confronti della fin troppo benevola disposizione verso i locali sudditi di sua Eccellenza. Ma ho subito vendicato il nostro onore, andando io stesso nella tenda di costoro a fare giustizia. Li ritrovai muti e umili alla mia presenza, tanto che non mi bastò l'animo di fucilarli lì su due piedi, ma li feci portare al comando. Poiché le canaglie asserivano che il soldato si era mortalmente ferito con il suo proprio coltello durante la colluttazione, ho disposto che rimangano presso di noi come ostaggi, finché non avrò scovato la vera mente del tradimento. Stia certo, Eccellenza, che la situazione sarà prontamente ristabilita e che mai più in futuro si oserà attentare alla nostra incolumità!

Eccellenza,
ho indagato sulla società di questo paese onde scoprire chi detiene il potere e la ricchezza tra i locali. Ahimè è vero, ben prima andava fatto, ma sulle prime mi ingannò l'aspetto pacifico degli abitanti di questa terra. Il mio interprete personale, forse l'uomo di cui più mi fido, sostiene che la popolazione non ha mai avuto capi, ma credo che menta per salvare la testa di qualche suo compatriota traditore, cosa che non gli riuscirà. L'ho minacciato di morte e subito mi ha informato che vi è un vecchio che è detto essere il pastore delle stelle, titolo che io facilmente riconduco a quello di capo. Ecco dunque confermati i miei sospetti! Questo pastore di stelle sarebbe un'autorità religiosa - egli non la chiamò autorità, ma tale deve essere - che vaga ogni notte all'aperto sulle montagne, accompagnando il corso delle stelle con il suo sguardo, in modo che esse rimangano nelle loro formazioni - costellazioni le chiameremmo noi - e che seguano docilmente il loro percorso notturno che le fa levare sull'orizzonte ogni notte e che progressivamente fa cambiare loro posizione nel corso dei mesi - quello che noi chiamiamo movimento dello zodiaco. Si ritiene che questo ozioso svago notturno mantenga l'ordine del cosmo e assicuri la prosperità su questa terra. Gli abitanti considerano infatti le stelle preziosissime e sacre, ma anche capricciose come le divinità antiche. Senza la guida del pastore - veda, Eccellenza, cosa dobbiamo stare ad ascoltare! - la gente di qui teme che le stelle comincino a vagare da sole e a ingannare i viandanti e, infine, a cadere sulla terra. La verità è ben altra. Poiché i mercanti, i naviganti e anche i pastori, quando si muovono di notte, si affidano ancora alle stelle, come facevamo noi migliaia di anni fa, ne hanno tutto questo superstizioso terrore; e pensare che noi moderni delle stelle non sappiamo cosa farci! Stupidaggini di altri tempi, Eccellenza, quando ancora nulla si sapeva del mondo. In ogni caso, codesto pastore è adesso il nostro vero nemico. Ho dato ordine di cercarlo e di portarlo da me.

Eccellenza,
sono infine riuscito a mettere le mani su questo personaggio. Mi fu consegnato da alcuni giovani locali, che lo hanno portato giù dalle cime dei monti. Mi sembrò il più mentecatto di questa gente mentecatta, con la barba lunga e lo sguardo stupido e svagato. Eppure costui gode di grande considerazione, perché tutta la popolazione si radunò per assistere al nostro incontro e non senza trepidazione. Cercai di parlargli, ma egli rimase muto tutto il tempo. Ho deciso di trattenerlo per estorcergli la verità con ogni mezzo e sono certo che riuscirò nel mio intento.

Eccellenza,
bisogna avere tanta pazienza con questi suoi sudditi! Sono creduloni e inesperti del mondo più che i bambini. Da qualche tempo, infatti, il cielo notturno è coperto e ciò sta provocando una serie di incidenti ai naviganti e ai mercanti della città; dei carichi sono andati perduti, benché nessun incidente sia risultato mortale. Il popolino mostra di credere fermamente che ciò accada perché ho imprigionato il pastore di stelle. È perciò quanto mai necessario aprire loro gli occhi dal buio della loro ignoranza. Dal canto mio, ho già richiesto un quantitativo di buone bussole che verranno prontamente distribuite. In nome suo, Eccellenza, sono fiero di portare la nostra civiltà a questi suoi sudditi!

Eccellenza,
la popolazione è fortemente inquieta. Purtroppo non ci aiuta questa dannata caligine notturna che oscura il cielo da più di un mese. I mercanti rifiutano di usare le bussole e hanno smesso di viaggiare di notte. Mentre prima non esitavano ad attendere le tenebre per mettersi in viaggio, per evitare il gran calore del giorno, ora rifiutano di uscire di casa quando scende la sera, perché hanno paura dello sguardo delle loro divinità! In città alcuni generi scarseggiano. Gli abitanti dichiarano inoltre che le stelle sono iniziate a cadere sulle loro terre. Andai ad assicurarmi e il miracolo fu presto svelato. Si tratta di colpi di mortai, Eccellenza, di fabbricazione imperiale, che qualche locale ha sottratto, questi vili cani, dai nostri arsenali per aizzare la popolazione contro il suo benevolo comando! In molti reclamano a gran voce la liberazione del loro pastore di stelle, che mi convinco sempre più essere la mente dietro a tutto questo. Ed egli testardamente continua a non rispondere alle mie domande. Di più: finge di essere completamente svagato, quasi demente, e mi guarda con occhi opachi un sorriso ebete sul volto. Sta chiaramente aspettando il momento giusto per guidare la rivolta e ho raddoppiato la sua sorveglianza. Se entro una settimana non mi avrà dato gli elementi che cerco, lo farò impiccare all'asta della nostra bandiera, perché tutti lo vedano. Così in un sol colpo avremo stroncato la loro trista superstizione e insieme dato esempio della sorte che tocca ai traditori.
Viva l'impero!

Eccellenza,
Chi le scrive è il colonello Akentias, comandante in seconda del Suo esercito di Ruar Astèr. Le comunico che, a seguito della sua decisione di impiccare il pastore di stelle, il comandante in capo Makhielis è stato destituito a buon diritto. Egli non ha rispettato questa gente e ne ha stravolto i costumi. Spinto dalla sua paranoia, avrebbe impiccato un povero vecchio inerme e amato da tutti. E noi, seguendo i suoi ordini, avevamo portato qui armi che i locali non avevano mai visto; armi di cui non hanno bisogno loro e, a dire la verità, neanche noi. Makhielis è stato rispedito a casa legato su un mulo, con alcune provviste. Potrebbe arrivare a casa vivo. Per parte nostra, abbiamo liberato il pastore di stelle perché spezzi la maledizione che si è abbattuta su questa terra felice. Noi, esercito del Ruar Astèr, rimarremo qui, non a occupare, ma a vivere tra gli abitanti, secondo le loro tradizioni.

Dedicato a Lorenzo Reina, pastore, creatore del Teatro "Andromeda" in Sicilia
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